• La Terra

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La natura di un vino naturale

Il nostro vino si ispira alle tradizioni millenarie ereditate dalla civiltà contadina. Essere stati contemporanei di persone che “ancora” lo producevano con tecniche e materiali di sempre ha costituito la fonte maggiore di apprendimento e di esperienza. Un vino che nasce dal desiderio di celebrare le grandezze e le virtù di quel mondo e di quell’epoca. Pur essendo a conoscenza delle buone pratiche presenti nella attuale vitivinicultura, abbiamo cercato di ritrovare modalità di coltivazione e di vinificazione che erano state tramandate di generazione in generazione, ritenute però ormai “superate” dalla modernità. Sul finire del secolo scorso, la gran parte dei materiali, delle procedure, degli ambienti hanno subìto un progressivo e inesorabile abbandono: il vimini, il legno, gli ambienti idonei per natura sono stati sostituiti da plastiche, acciai e aria condizionata. Quello che ha permesso un recupero di quelle tecniche e della minuziosa cura di cui esse necessitano in ogni fase della produzione è probabilmente legato alla piccolissima quantità di uve, provenienti esclusivamente dal vigneto di nostra coltivazione. Accanto e oltre al rispetto dei disciplinari previsti dall’agricoltura biologica, vi vengono praticate tecniche nuove e vecchie, queste ultime reintrodotte non senza un meticoloso lavoro.

Ho inteso tutto ciò come un’elegia della civiltà contadina scomparsa e come una celebrazione delle sue grandezze e delle sue virtù

Alberto Pancotti

Questo lavoro é venuto a Cocco de Pippa

 

Mario Garbini

Un lavoro faticoso, attento e anche lento, nel rispetto dei cicli naturali, una piccolissima produzione curata in ogni minimo dettaglio.

Cocco De Pippa

i nostri vini

Le Colline e la Vigna

Situato nelle Marche, sulla collina litoranea del Comune di Senigallia (zona del Rosso Piceno), la nostra vigna risale al 2001 e produce uve rosse Montepulciano e Sangiovese (oltre al Merlot, per la parte libera del disciplinare della DOC). In una più ridotta parte del vigneto, è coltivato l’Esino DOC bianco, un uvaggio tra Verdicchio (che entra al 50% ), Malvasia e Trebbiano. Le nostre uve sono certificate biologiche sin dall’inizio della produzione, anche se metodi e disciplinari di coltivazione riferibili all’agricoltura biologica erano stati introdotti in azienda già da tempo. A differenza della viticultura convenzionale dove si preferisce l’inerbimento del terreno e, eventualmente, l’uso di disseccanti chimici sotto il filare, nel nostro vigneto è praticata la vangatura meccanica, annualmente a file alterne. Ciò opera nel contenimento delle erbe spontanee e consente un immagazzinaggio di acqua durante le stagioni più piovose.

Potatura Simonit-Sirch

Legature dei tralci

La Cantina

I nostri vini

La lunga storia del vino e del legno, il loro perfetto confarsi, la capacità del legno di conferire al vino il giusto grado di ossigenazione, la sua lenta decantazione e la sua progressiva chiarifica: sono queste le idee cardine che guidano il nostro lavoro e la nostra passione. Nel corso degli ultimi trenta-quaranta anni la gran parte delle cantine, per motivi principalmente economici, ha smesso di utilizzare questo materiale, sostituendolo prima col vetroresina, poi con l’acciaio, per recuperarne un utilizzo sotto la modalità del barricaggio. Noi restiamo saldi nei nostri convincimenti. Numerose sono le interazioni che si instaurano tra contenitore e contenuto, interazioni che determinano cambiamenti sostanziali su entrambi, cambiamenti piuttosto intensi che, se non correttamente sorvegliati e governati, possono diventare anche negativi. La porosità naturale del legno provoca la lenta e graduale microssigenazione del vino, di qui la sua maturazione e una buona parte del suo affinamento. Il legno,inoltre, cede al vino numerosi suoi costituenti e, a sua volta, ne riceve. Il più evidente di questi è il magnifico e rilucente cremor tartaro, o semplicemente tartaro, che si deposita sulle pareti interne della botte e che alle volte si può rinvenire sul fondo delle nostre bottiglie, lasciate più o meno invecchiare. Questo fenomeno, alle volte non gradito dal bevitore, è però segnale evidente di bassissima manipolazione e di naturalità del vino: basta fare attenzione all’atto della mescita, si tratta di particelle abbastanza grandi e quasi mai in grado di intorbidare il vino.

Le Botti in Legno

Ogni botte, ogni anno, sia per qualità proprie, sia per la storia vinaria che porta con sé, si disporrà a consegnarci un vino diverso da quello di un’altra; contemporaneamente riceverà dalle caratteristiche di quanto ha tenuto in sé in quell’anno ulteriori impronte e ulteriori caratterizzazioni. Negli anni passati, di concerto con un mastro bottaio, si è proceduto alla stabilizzazione di botti già in dotazione dell’azienda e, contemporaneamente, si sono ricercati nelle nostre campagne botti e tini da tempo dismessi. Poi, il paziente lavoro al loro recupero e restauro: un processo lungo che richiede, prima dell’entrata stabile in uso, tre-quattro anni di sanificazione e avvinamento.

I tini antichi

Il Casale e il Vino

Non viene attuato alcun condizionamento della temperatura né degli ambienti, né dei vasi vinari, grazie al fatto che la cantina, adiacente al vigneto da cui riceve le uve fresche, si trova seminterrata e grazie alla scelta dei materiali con i quali la cantina è stata via via ristrutturata. Ogni intervento edilizio, infatti, è stato effettuato conservando il legno (travi e tavolato del soffitto), la calce (muri e intonaco), il mattone cotto (muri, pavimento). Sono materiali naturali che, oltre a garantire sotto il profilo strettamente salutistico ( non hanno subìto trattamenti e dunque non rilasciano alcun tipo di inquinante nell’aria ), garantiscono corretta traspirazione, tenuta della temperatura e, cosa decisiva per il legno delle botti, corretta umidità dell’aria.